Via della Ferratella (R. I – Monti) (oggi da via dei Laterani a Largo Amba Aradam)
La via “Assunse il nome dall’antica valle Ferratella che esisteva verso Porta Latina”.
La prima parte della “Decennium” o “strada, proveniente dall’antica via di porta San Sebastiano, ove si trova l’edicola compitale [1] medioevale, faceva parte del territorio adiacente a Porta Metronia chiamato Decenniore” [2].
Qui un pantano, formatosi nei secoli, fu prosciugato solamente nel XVIII sec. per iniziativa del medico Giovanni Maria Lancisi (1654-1720). Il prosciugamento fu proseguito dall’abate Carlo Fea (1753-1836).
In fine, con la costruzione della passeggiata archeologica, (decretata il 14 luglio 1887 e inaugurata il 21 aprile 1917) il prosciugamento fu completato con 120.000 m³ di terreno proveniente dalle terme di Caracalla [3],
Dopo Porta Metronia, a sinistra di via della Ferratella (oggi via Amba Aradam) [4], verso S. Giovanni, la villa settecentesca dei Fonseca, che aveva l’ingresso da via di S. Stefano Rotondo. Dalla stessa parte, ma alla fine sempre della Ferratella, la chiesetta di S. Gregorio in Martio, appellativo che ricorda il “locus Marti”, riconosciuto, per un documento del 1395, come ubicato dietro il cortile dell’ospedale di S. Angelo (Lateranense). La fronte di questo piccolo tempio era rivolta verso la via della Ferratella. Gli avanzi esistevano ancora nel XVI sec. e Cencio Camerario (1192) la chiama S. Gregorio de Massa.
Dall’altra parte della strada, resti di una sala rettangolare dell’epoca serviana (II-III sec.) rivestita di marmi policromi; già coperta con un’alta volta a crociera, aveva due corridoi comunicanti con altre stanze, demolite per la costruzione del seminario.
Alcuni edifici del primo secolo d.Ch. sono tornati alla luce nel 1959 nel terreno retrostante l’ospedale di S. Giovanni ove affiorano costruzioni di epoche successive soprappostesi nel corso dei secoli dal primo al quarto secolo d.C. Si tratta di ville, fattorie con impianti di giardini ricchi di vasche e attrezzature adatte alla produzione e alla conservazione del vino (sono stati recuperati grandi orci di terracotta adibiti a questo uso). Magazzini e taverne con suppellettili e vasi bronzei e resti di decorazioni pittoriche parietali. È stato pure trovato un banco di tufo sottostante a vari metri di sedimentazione di humus e contenente murature romane, un ipogeo funerario con quattro piccoli sarcofagi di peperino facenti corona ad un quinto sarcofago lungo m. 2,82 e alto più di m. 1,2, con tetto a doppio spiovente.
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[1] ) “lares compitales”, divinità che presiedevano agli incroci.
[2] ) Il nome ´´Decennium´´ corrisponde a quello di una pianura a sud del Celio e all´Est dell´Aventino, esterna alle mura aureliane.
[3] ) Nella sistemazione della passeggiata archeologica il piano originale, esterno delle Terme di Caracalla (Terme Antoniane), è rimasto sotterra, insieme alla “Via Nova” (costruita da Caracalla per l´accesso alle Terme, a destra dell’Appia e parallela a questa) ornata di portici, che conduceva alle Terme stesse ed era larga 30 metri, contro i 6 dell’Appia.
[4] ) Nel 1931, per l’ingrandimento della strada, fu abbattuta un’antica cappella dedicata al SS. Crocifisso, restaurata nel XVI e nel XVIII sec. Invece nei pressi delle terme, all’inizio di una strada che portava il suo nome un’edicola con la statua della Fortuna Mammosa (con più file di seni) sotto le sembianze della Diana Efesina.
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